
Come ribadito in precedenza, passo la maggior parte del mio tempo libero sui treni. Di conseguenza non sono solo diventati il mio mezzo di trasporto preferito, ma piuttosto un vero e proprio ufficio.
Da sempre sfrutto il tragitto in treno per leggere, scrivere, riflettere, guardare serie, studiare, sottolineare & soprattutto lavorare.
Lavorare in treno: Equipaggiamento
Vi chiederete come posso lavorare su un treno. Il concetto e´ molto semplice. Dopo alcuni anni di conclamata vita da nomade, mi sono decisa ad abbandonare l ´ animo romantico del nomadismo per adottare, invece, un approccio molto piu´´ pragmatico. In poche parole ho deciso di partire organizzata, invece di lasciare tutto al caso.
Presto detto, perche´´. Ho passato tutti gli anni dell ´´ unviersita´´ facendo la spola tra Innsbruck dove lavoro, studio e vivo e Trento, dove vive la mia famiglia. Non si parla di un viaggio rocambolesco, eppure riuscivo puntualmente a dimenticarmi alcune cose.
Il risultato era che non riuscivo a lavorare, perche´ per un motivo o per l ´ altro dimenticavo qualcosa di indispensabile: ricaricatori, appunti, schede, documenti…
Ne e´ risultato un vero e proprio equipaggiamento. Di cosa si compone il kit di sopravvivenza da traduttore by Fvinntra

1 laptop con caricatore e mouse possibilmente leggero e carico prima della partenza. Why, vi chiederete, in fondo ci sono prese sul treno, no? Qui casca il palco, perche´ in realta´´ non e´´ sempre vero. Quindi per esperienza personale, soprattutto se si viaggia su treni regionali, oppure sono previste delle soste piuttosto lunghe o ancora se avete intenzione di oltrepassare il Brennero in treno ( il treno fa una breve sosta e le prese elettriche durante quei 15-20 minuti non funzionano), portatevi una powerbank e -per essere sicuri al 100%- caricate per bene il laptop. Con caricatore, perche´´ il laptop non funziona in eterno e non va ad aria. Con mouse, perche´´ per lavoro utilizzo anche particolari software che richiedono particolare precisione. Purtroppo questa precisione non mi puo´´ essere garantita dal solo touchpad.
1 tablet: Se il computer dovesse morire per qual si voglia motivo. Uno schermo in piu´´ puo´´ sempre far comodo. Soprattutto se leggero. La tastiera wireless e´´ a vostra completa discrezione. Personalmente la trovo eccessiva, pero´´ se effettivamente il vostro laptop ha dato l ´ ultimo respiro. allora magari sarebbe cosa buona e giusta averne una a portata di mano. Ne tengo sempre una a casa, per qualsiasi necessita´´.
x cavi e cavetti: Per caricare laptop, tablet, cell e chiavetta internet e ricordatevene
sempre uno di scorta. Per esperienza personale, puo´´ succedere il peggio ai cavetti, sia che vengano dispersi nell ´ ambiente, sia che vengano presi in prestito e mai restituiti. Quindi sempre meglio averne uno in piu´´.
1 chiavetta internet e 1 chiavetta USB: Acquistata qualche anno fa e da allora e´ sempre stata al mio fianco. Mi permette di creare un mini internet point e di conseguenza mi permette di lavorare tranquillamente. Una volta in Italia mi affido alla mia compagnia telefonica. La chiavetta USB e´´ come un tubino nero nell ´´ armadio di una donna: deve esserci, punto.
Cancelleria (quantita´´ indefinita): ´Ho sempre un block notes e alcune penne con me, compresi evidenziatori. Preferisco le penne, ma purtroppo in determinate circostanze (inverno) e´´ sempre meglio avere delle matite con se´´. Credo di averlo capito dopo essere rimasta bloccata al Brennero a gennaio con la neve e il vento. Se non siete mai stati al Brennero, vi basti pensare che 3 anni fa ha nevicato. In agosto. Fatto sta che quando sono tornata in treno e volevo annotare qualcosa su un libro, non potevo perche´ l ´´ inchiostro si era ghiacciato. Per la cronaca, diffidate di qual si voglia penna dall ´´ aspetto futuristico, rimanete fedeli ai beststeller. La migliore (in termini di resistenza al freddo) credo rimanga la penna stilografica. Molto elegante, ma troppo fragile e poco pratica a lungo termine.
1 zaino: Ne ho provati talmente tanti che ormai potrei creare un nuovo prototipo. Preferisco gli zaini alle borse sui lunghi tragitti e soprattutto quando viaggio con libri e laptop. Viaggio da anni con la mia amata Freitag bag (comoda, resistente e soprattutto impermeabile), ma come detto prima, per i viaggi lunghi preferisco lo zaino. Dopo che il mio povero Herschel ha tirato le cuoia a Firenze, ho dovuto- per ovvie ragioni- sostituirlo. Quindi da Firenze mi sono portata il mio nuovo zaino. Comodo, pieno di tasche e spazio. Praticamente perfetto per i viaggi lunghi. E fino adesso ha resistito a chilometri e chilomentri tra confini e treni.
Conclusione
In realta´´ ogni kit di sopravvivenza/ pronto soccorso per traduttori e´´ totalmente soggettivo e dipendende da diversi fattori ( e esperienze). Per quanto mi riguarda considero sempre gli stessi: peso, resistenza e costi. Non che qualita´´ e durata non rientrino nei requisiti primari, al contrario. Tuttavia mi sono resa conto che portando sempre uno zaino/ borsa sulle/a spalle/a con valigia, incluso bagaglio a mano (spesso e volentieri cerco di trattenermi e confino tutti i miei vestiti in un minuscolo spazio vitale), peso e resistenza svolgono un ruolo non poco importante. Come detto in precedenza tutto e´´ relativo. Ho deciso di rinunciare ad alcuni vestiti per lasciare spazio all ´´ attrezzatura e viaggiare il piu´´ leggera possibile. Il tutto e´´ nato da uno dei numerosi viaggi in autobus. Viaggiare con una valigia e´´ una cosa, ma con il bagaglio a mano e´´ tutta un ´´ altra storia, soprattutto se per colpa di una valigia, devi rimanere ferma ad aspettare l ´ autobus successivo, ma questa e´´ un ´ altra storia.